I luoghi del metaverso
Morire, dormire, sognare, forse.
Ma qui è l'ostacolo che ci trattiene: perché in quel sonno della morte quali sogni possan venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo groviglio mortale: è la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti. (Amleto)
Calma. Avevamo detto metaverso. Va bene luoghi, cioè posti che si caratterizzano per esperienze importanti, ... ma Amleto? “Essere o non essere” è due paragrafi sopra, ma il dubbio non sfuma. “Morire, dormire, sognare, forse”: i gamer lo sanno bene e i metaversi li attendono a braccia aperte. Loro sono abituati a essere altri per cercare nuove ed esaltanti esperienze in luoghi che vogliono contribuire a costruire; le esperienze e i luoghi.
Cominciamo a precisare: i metaversi sono tanti, per ora, e ognuno è felice a modo suo (diversamente da Tolstoj)1. E stando ai più informati ci potremo presto fare di tutto: dormire, sognare, forse morire. Ma la vera domanda oggi è: quando il metaverso diventa luogo? Quando smette di essere uno spazio virtuale?
Quando diventa realtà, quando diventa experience, quando, come tutti gli eventi, le campagne, i messaggi, le musiche o anche solo i suoni, o
anche gli oggetti, le energie insomma, diventano emozioni, piccole e grandi.
Quindi, è così necessario che l’esperienza sia immersiva da oculus? O basta che sia immersiva da coinvolgimento?
Facciamo B2B non gaming, ma dal gaming impariamo il valore del percorso, della remunerazione in funzione dell’impegno. Vale anche nel B2B dove l’attenzione ai luoghi (spazi + esperienze, ribadiamo) è filtrata dalla professione, dal condividere un obiettivo di impresa.
Possiamo approcciare con voi il metaverso, perché abbiamo spazi ed esperienze per molti. In 35 anni ne abbiamo fatta di strada in ottica experience,
ideando e sviluppando strutture e applicazioni, web e social, realtà aumentata e virtuale, creando e gestendo community di professionisti.
E per questo vi invitiamo a valutare con noi il tipo di esperienza da fare e far fare, ai vostri stakeholder.
Si, perché è questa la differenza dirompente, la rivoluzione che ci porta il metaverso: l’opportunità di creare esperienze diverse per differenti
stakeholder in un mix in cui il reale è virtuale e il virtuale è reale.
I device vengono dopo. E possono essere integrabili: smartphone, tablet, desktop, e anche i visori quando servono, per un percorso dedicato, personalizzabile, ma soprattutto remunerativo.
1 “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo” L. Tolstoj in Anna Karenina.